Domenica 26 luglio 2020

Presso le Contessine santa messa alle ore 10.30 nel prato.
17ma domenica del Tempo Ordinario A

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Avete compreso queste cose?». Risposero: «Sì». E disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Chi trova cosa?
Chi è l’attore nella caccia al tesoro? Sono io che trovo Dio?
E se fosse il contrario? E se fossi io quello trovato da Dio?
E se fossi io considerato da Dio il suo tesoro,
tanto da vendere tutto, fino a rimetterci la vita di suo figlio?

Io chi sono? Il cercatore di qualcosa o il cercato da qualcuno?
Sono il cercatore di Dio o il tesoro di Dio? Cambia tutto.
Se sono io a cercare non so cosa trovo e se resto illuso e deluso.
Ma se sono io il tesoro trovato… allora “Hakuna matata!”.
È una locuzione swahili, comune nell’Africa centro-orientale,
che equivale al “no problem!”: dimentica i problemi del passato
guardando con ottimismo al presente e con fiducia al domani.
È stata resa celebre dal film Disney “Il re leone” (1994),
dove Timon e Pumbaa, un suricato e un facocero,
cantano così per sollevare l’umore al piccolo Simba:
“Hakuna matata, ma che dolce poesia. Tutta frenesia.
Senza pensieri la tua vita sarà, chi vorrà vivrà, in libertà”.

Hakuna matata è la libertà della forza del “nonostante”.
Nonostante la fatica si continua ad andare avanti. Così si arriva.
Nonostante la paura si continua a combattere. Così si vince.
Nonostante il dubbio si continua ad affidarsi. Così si ama.

Il nonostante è “il comprare il campo” come nella parabola:
un tesoro non è un colpo di fortuna, ma un investimento,
che comporta anche fatica, premura, pazienza, costanza.

Simba è il cucciolo erede del grande Re Mufasa,
ma lo zio Scar è pronto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Lo dice il saggio nella scena iniziale: “Mentre gli altri cercano
ciò che possono prendere, un vero re cerca ciò che può dare”.
Simba, messo da parte, è perseguitato dai fantasmi del passato
tanto da sentirsi responsabile della terribile morte del padre.
Ma lontano da se stesso e dalla realtà, tutto volge al peggio.
Nel momento in cui sente la nostalgia di un legame profondo,
di un senso prezioso che lo abita, si rimette sui suoi passi
e tornando gli viene posta una domanda schietta: “Chi sei tu?”.
La risposta è possibile solo se ti senti cercato e trovato.
Simba recupera il regno quando si riscopre figlio di Mufasa:
amato, apprezzato, atteso, prezioso, importante, utile, bello.

A noi è chiesto lo stesso cammino di ricerca interiore,
per sentirci figli del re, del re dei re, figli di Dio appunto.
L’esperienza religiosa è cercare il Divino: io credo in Dio.
L’esperienza di fede è scoprire, sentire, gustare
che Dio crede in me più di quanto io credo in lui.


Riconoscersi allora come il tesoro di Dio consegna tre sfide:

1. Non è la strada che è difficile, ma il difficile è la strada giusta.
Tutti si arriva ad un bivio dove si è costretti a decidere:
scappare dalle difficoltà o capire che ti possono portare oltre.
“C’è solo un modo per evitare le critiche e i problemi:
non fare nulla, non dire nulla e non essere niente” (Aristotele).
Come quando si gioca a nascondino: chi si nasconde non conta.
Orribili quelli che sputano nel piatto dove hanno mangiato,
ma ancora più orribili quelli che mangiano nel piatto
dove hanno sputato.

2. Se non rischi, metti tutto a rischio.
“Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così.
Solo che, quando c’è da rimboccarsi le maniche
e incominciare a cambiare, vi è sempre un prezzo da pagare
ed è allora che la stragrande maggioranza delle persone
preferisce lamentarsi (gratis) piuttosto che fare”: lo disse
Giovanni Falcone che si è giocato la vita per il cambiamento.

Quindi (3.) Hakuna matata... nonostante tutto.
Ho chiesto allora a Dio: “Se sono il tuo tesoro,
perché mi lasci pieno di paura in acque agitate e profonde?”.
E lui mi ha risposto:
“Perché i tuoi problemi e i tuoi nemici non sanno nuotare”.

Se vuoi capire Dio è necessaria una caccia al tesoro,
ma nella quale ti stupirai di trovare te stesso.
Tu chi sei? Il cercatore di qualcosa o il tesoro di qualcuno?


Ore 12.30 Pranzo con il seguente menù

Coniglio sott'olio
Sfoglie di fontina e speck
Lasagne al forno oppure Carnaroli ai formaggi alpini
Polenta e spezzatino o salsiccia
o pollo al forno con patate
Affogato al caffe o Torta di mele o Tiramisù

Coniglio sott'olio o tonno di coniglio piemontese