Buon inizio del cammino d'Avvento verso Natale

cielo stellato

 

E USCIMMO A RIVEDER LE STELLE

27 novembre 2022  1a domenica di Avvento A

 

Victor Hugo scrutando la sua interiorità commenta:

“Ciascuno ha il suo modo di stare nella notte:

voi continuate pure a guardate il buio,

io preferisco contemplare le stelle”.

 

 

VANGELO

 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

 

RIFLESSIONE

 

Se intorno a noi o persino dentro di noi avvertiamo il buio,

Dio accende le stelle per farci rendere conto

che ognuno è un pezzo di cielo.

 

Se viviamo un miscuglio di ombre e scintille,

vuol dire che la nostra fragilità è impastata di infinito.

Non è facile da capire, per questo i verbi del Vangelo sono:

vegliate! accorgetevi! cercate di capire!

 

Non c’è niente di più scontato che vedere le stelle a Natale.

Strade e case si riempiono di lucine, nonostante le bollette.

Due anni fa ci dicevamo “andrà tutto bene!”,

oggi ci ritroviamo sul punto di dire “andrà tutto all’enel!”.

Ma noi siamo fatti per sfidare ciò che è buio, nero, tenebra.

 

Per farlo dobbiamo imparare a fare nella nostra interiorità

le due cose necessarie in natura per vedere le stelle.

- Fermarsi e darsi tempo un po’ di tempo nel silenzio:

correndo indaffarati e distratti non si riesce a guardare il cielo.

- Pensare a come mettere insieme i diversi puntini sparsi

cercando di dare loro una forma, un nome, un senso.

 

Avvento è capire che il cielo c’entra con me e ci entra in me.

 

È il momento di decidere come voglio stare nella notte.

 

L’Avvento chiede il coraggio di lasciare da parte l’urgente

e considerare l’importante, cioè quello che “porto-in”,

quello che porto dentro. Anche se mi sembra caotico.

 

Un cielo con stelle di uguale luminosità, ordinate, equidistanti,

ci farebbe mancare il fiato e ci farebbe sentire fuori posto.

Non lascerebbe spazio a sogni, oroscopi, fantasie.

 

Non è una monotona fila di lampioni e neppure il caos totale.

Nel cielo esiste un disordine che ha un suo fascino e, insieme,

un ordine nascosto, misterioso, da scrutare. Lo stesso in noi.

 

Guardare al cielo, fa vedere meglio dove si mettono i piedi.

Ci fa accorgere di quante stelle calpestiamo ogni giorno:

sentimenti male interpretati, parole non ascoltate,

gesti di premura non considerati, grazie non detti.

È il nuovo diluvio di cui non ci accorgiamo, dice il Vangelo.

 

Guardare al cielo, fa vedere meglio chi abbiamo intorno.

Ci sono persone, come stelle, sempre presenti pur se distanti,

che accompagnano in silenzio ogni passo e ogni inciampo,

che raccolgono ogni sorriso e ogni lacrima senza invadenze.

Pensiamo anche se e per chi noi siamo così.

 

Guardare al cielo, fa vedere meglio ciò che ci teniamo dentro.

Riscoprire i valori dell’anima e il proprio valore

può causare rotte di collisione con alcune abitudini

che in silenzio scassinano il cuore e ci rubano la speranza.

Cambiare non ci deve fare paura perché l’universo insegna

che le stelle nascono proprio quando satelliti si scontrano.

 

Avvento è capire che il cielo c’entra con me e ci entra in me,

e che io, con il mio buio e disordine, sono un pezzo di cielo.

C’è chi si ingarbuglia nel buio e chi contempla le stelle:

è il momento di scegliere il modo con cui stare nella notte.

 

don Giulio

 
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