COME FUOCO

19 maggio 2024
Solennità di Pentecoste

 

Dio spesso appare come un ago nel pagliaio:
è difficile da trovare! Viene persino da dubitare che non ci sia...

Oggi, 50 giorni (“pentecoste” in greco) dopo la Pasqua
Dio ci provoca presentandosi come fiammella di fuoco,
per dirci che lui non è un ago nel pagliaio,
ma può essere una scintilla nel pagliaio. L’esito cambia.


Consideriamo troppo poco il Dio infiammatore, istigatore,
motivatore: Dio Spirito Santo.
Lo citiamo tutte le volte che facciamo il segno di croce
o diciamo il Gloria, ma la terza posizione lo fa scivolare via
e rischiamo di perdere la sua potenza di scintilla nel pagliaio.

Tutti vogliono “fuoco e fiamme”, ma pochi accettano di essere
responsabili della scintilla che va curata, alimentata, gestita.
Ancora più complesso è farlo oggi poiché siamo rinsecchiti.
La prova è che tutto è identicamente avvizzito, come in natura
quando il giallino invade prati prima arabescati di verde
e tempestati di fiori come gemme di diversi colori.

L’aridità è pericolosa: basta una parola sbagliata o un gesto
non controllato e “ci si infiamma”, “si fa fuoco”, si esplode,
propagando un rogo che rovina, innerisce, devasta, uccide
e alla fine non resta che cenere, desolazione, vuoto, morte.

La scintilla, invece, se colta e accolta con responsabilità
mostra come le qualità del fuoco rispondono e corrispondono
ai nostri bisogni più profondi, come lo Spirito Santo.

Il fuoco illumina i passi incerti nel buio, come la fiducia.

Riscalda gli spazi quotidiani, come la premura.

Cucina ingredienti diversi secondo i gusti, come il sacrificio.

Trasforma e raffina materie grezze, come la gentilezza.

Purifica l’oro dalle scorie con delicatezza, come il correggersi.

Salda legami spezzati o pezzi diversi, come la condivisione.

Muove ingranaggi e trasforma energia, come l’educazione.

Accende falò per ritrovarsi insieme, come ideali e valori.

Fa brillare stelle e galassie, come i sogni.

Dio Spirito Santo Paraclito ci offre scintille di possibilità,
di grazia, di energia, da imparare a trasformare
in fiamme di realizzazione invece che in roghi impulsivi.
Perché come disse l’antico poeta greco Plutarco
la vita ha bisogno non di essere riempita, ma accesa

Buona Pentecoste!

 
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